Quota 100, pensione di vecchiaia e le novità in campo previdenziale

Quota 100, pensione di vecchiaia e le novità in campo previdenziale

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Arriva “quota 100”: con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri si aggiunge un ulteriore scivolo verso la pensione.

Le principali caratteristiche di quota 100

La pensione “quota 100” è destinata ai lavoratori nati entro il 31 dicembre 1959 per i quali si è aperta una finestra triennale, dal 2019 al 2021, in cui avranno la possibilità di richiedere il trattamento pensionistico. I requisiti principali per la richiesta sono due:

  • aver compiuto almeno 62 anni di età
  • aver maturato 38 anni di contributi

Chi era in possesso di questi due requisiti entro il 2018 potrà presentare richiesta per vedere il suo primo assegno pensionistico a partire dal 1° aprile 2019; chi invece vedrà maturare le due variabili durante il triennio 2019-2021, potrà presentare richiesta una volta trascorsi tre mesi dal raggiungimento dei requisiti.

Chiaramente andare in pensione in maniera anticipata ha un costo: è stato calcolato che il taglio dell’assegno previdenziale oscilla tra il 20% per le pensioni più basse fino al 30% per quelle più alte. Riassumendo, quindi, ogni anno di anticipo proposto da “quota 100” si traduce in una riduzione del 4-5% rispetto alla pensione di vecchiaia che si raggiunge ai 67 anni (fonte Il Sole 24 Ore di sabato 19 gennaio 2019).

La pensione di vecchiaia

Non sono state apportate particolari modifiche invece per la pensione di vecchiaia. La riforma Fornero introdotta nel 2011 prevede che per accedere a questa pensione si debbano rispettare due requisiti, uno anagrafico e uno contributivo:

  • 67 anni di età;
  • 20 anni di contributi, che possono essere raggiunti anche attraverso i riscatti di laurea.

Inoltre, la legge Fornero riserva la possibilità di richiedere questa pensione anche a quei lavoratori che hanno 71 anni ma una contribuzione pari a 5 anni e che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996.

Una piccola novità su questo tema è stata introdotta dalla legge di bilancio 2018 per i lavoratori che svolgono attività gravose e usuranti. Per questi lavoratori non viene registrato l’adeguamento a speranza di vita per il biennio 2019/2020 che blocca il requisito anagrafico a 66 anni e 7 mesi per richiedere il pensionamento, invece che 67 anni previsto per tutti gli altri lavoratori.

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