Gli strumenti più efficienti per la gestione del risparmio

Gli strumenti più efficienti per la gestione del risparmio

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Gestire i propri risparmi non è più uno scherzo. Siamo ormai ben lontani dai tempi in cui bastava acquistare l’obbligazione della banca o il titolo di Stato, considerato il titolo “free risk” (cioè senza rischio) per eccellenza. Oggi siamo sommersi da migliaia di soluzioni che ci danno certamente maggiore scelta, ma che possono anche maggiormente confonderci. Acquistare un singolo titolo ci espone a una concentrazione di rischio che bisogna necessariamente evitare, vediamo insieme i due principali strumenti che ci permettono quantomeno di diversificare il rischio: i fondi di investimento e gli ETF.

Il fondo di investimento

Il fondo di investimento è uno strumento finanziario nel quale si raccolgono i risparmi degli investitori che ne affidano a dei professionisti la gestione attiva. Lo scopo è quello di investire i capitali sul mercato diversificandoli in differenti titoli, aree geografiche e settori, riducendo così il rischio rispetto all’investimento diretto in singole azioni o in obbligazioni di una singola società.

ETF

ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund, un termine con il quale si identifica una particolare tipologia di fondo d’investimento che ha come unico obiettivo quello di replicare l’andamento del mercato al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva.

Due strumenti a confronto

Ecco le principali differenze tra fondi di investimento e ETF:

  • mentre il fondo di investimento è uno strumento nel quale i gestori intervengono in maniera attiva sull’acquisto e sulla vendita dei titoli a seconda delle aspettative che hanno sul mercato, l’ETF ne segue per sua natura l’andamento. Un piccolo esempio può aiutare. Ipotizzando che il mercato obbligazionario o azionario faccia da qui a un anno il -10%, l’ETF replicherà il -10% perché segue perfettamente il benchmark, mentre ci si attende che un buon fondo di investimento, attraverso la gestione attiva, faccia meglio del mercato.
  • La seconda differenza invece è rappresentata dai costi. L’ETF è necessariamente più economico rispetto al fondo di investimento in quanto dietro non vi è un lavoro da parte di professionisti pronti ad intervenire.

Negli ultimi anni si è verificata una migrazione dagli strumenti attivi verso gli strumenti passivi che oggi negli Stati Uniti rappresentano il 28,5% della totalità delle masse gestite, mentre nel resto del mondo si attestano tra il 5 e il 15% (fonte: Plus24 di sabato 8 aprile 2017). Il deflusso è conseguenza logica delle grosse quantità di denaro immesse dalle banche centrali: quando sul mercato c’è tanta liquidità, il prezzo dei titoli sale indistintamente; quando i mercati salgono indistintamente, l’investitore non necessita di strategie attive e sceglie quindi la logica dell’ETF, più economica.

Ma cosa accadrà nel prossimo futuro? Considerando le variabili politiche europee e i conflitti geopolitici, è probabile che l’investitore ritorni a preferire una gestione attiva e più attenta, per orientarsi nel mare di soluzioni presenti sul mercato con l’aiuto di un consulente di fiducia.

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