Gli italiani non hanno un equilibrio finanziario sul proprio patrimonio. Questo è il risultato di un’indagine ABI (Associazione Bancaria Italiana) sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani (fonte Il Sole 24 Ore del 14/09/2017). L’analisi ha lo scopo di vedere come la ricchezza è suddivisa nelle diverse attività di investimento, facendo una fotografia della situazione finanziaria delle famiglie italiane. Vediamo insieme il podio delle attività patromoniali più diffuse tra gli italiani.
1° – Immobili: 12.000 miliardi di euro
Ebbene sì, per cultura finanziaria, la famiglia italiana è proprietaria di una o più abitazioni, sia a scopo abitativo sia di investimento. Gli immobili sono visti come qualcosa di sicuro, stabile e certo, staccando di gran lunga le altre attività finanziarie. Oggi le cose però sono cambiate, soprattutto se bisogna vendere in fretta.
2° – Fondi comuni e azioni: 1.400 miliardi
Al secondo posto troviamo il risparmio gestito dei fondi comuni di investimento che per loro natura offrono, se gestiti bene, efficienza in termini di diversificazione dell’investimento. Il risparmiatore italiano è affezionato alle azioni italiane che mantiene in portafoglio portando avanti il cosiddetto home bias, ovvero un errore che l’investitore fa inconsapevolmente, preferendo investimenti in titoli di aziende che sente come più vicine come, appunto, quelle italiane.
3° – Conti correnti bancari e postali: 1.300 miliardi
Molto, moltissimo è ancora fermo su conti correnti anche se oggi, in una situazione nella quale non vengono riconosciuti gli interessi sul conto corrente ma anzi ci sono solo spese da sopportare, vi è una perdita netta per tutti i correntisti che lasciano somme ferme. A questa condizione va poi aggiunta la normativa del bail-in che prevede, in caso di fallimento della banca, la restituzione dei soli 100.000€ presenti sul conto.
Scendendo dal podio, la classifica va poi scemando con i 700 miliardi di euro presenti sulle polizze di investimento, sia quelle pure (ramo I) sia quelle prettamente finanziarie (ramo III); seguono i 400 miliardi di euro investiti in obbligazioni e, in ultima posizione con soli 50 miliardi di euro, i fondi pensione, dato che sottolinea la mancata percezione e conoscenza del tema previdenziale.
Concludendo, è evidente la presenza di un forte squilibrio tra le varie attività di investimento degli italiani tutto a favore della parte immobiliare e a discapito di attività finanziarie che possono essere più facilmente liquidabili, come i conti correnti, le polizze e le formule di risparmio gestito. Non esiste una formula di investimento migliore dell’altra, esiste però un sano principio dell’equilibrio che permette di avere un patrimonio ben suddiviso nelle diverse attività di investimento: la diversificazione.