Novità sulle imposte di successione, come tutelarci

Il tema della successione è di cruciale importanza anche se l’esperienza insegna che in molti ci pensano solo quando si trovano ad affrontarla come eredi. Sarebbe invece bene essere informati per tempo.

Le novità al vaglio in tema di successioni e imposte potrebbero infatti avere effetti non trascurabili sui costi dell’eredità. Per rendersene conto facciamo un esempio pratico.

Successione oggi e domani: COSA PUÒ CAMBIARE?

Prendiamo l’esempio di un imprenditore che, morendo, lascia ai due figli e alla moglie casalinga un immobile di 600 mila euro più 400 mila euro in denaro su conti.
Alla luce delle imposte di successione, aprendo oggi l’eredità la situazione sarebbe la seguente: tutto il patrimonio rientrerebbe nella franchigia, fissata proprio ad un milione di euro, e verrebbe dunque suddiviso secondo le quote cioè un terzo al coniuge e due terzi ai figli. In questo caso quindi si pagherebbero solo le imposte catastali che ammontano al 3% del valore degli immobili (salvo agevolazioni per la prima casa) e che quindi, nel caso ipotetico in esame, ammontano a 18 mila euro.

La probabile riforma delle successioni potrebbe agire su più fronti e determinare:

  1. raddoppio delle imposte catastali che arriverebbero così al 6% (ovvero 36 mila euro a fronte di 18 per il caso in analisi);
  2. riduzione della franchigia da un milione totale a 200 o addirittura 100 mila euro pro capite;
  3. aumento dell’aliquota successoria al 10% o, nella peggiore delle ipotesi, al 20%.

Le ipotesi B e C, inoltre, potrebbero verificarsi in contemporanea il che potrebbe comportare un aumento ancora più gravoso per chi eredita.

“Un discorso importante solo per i grandi patrimoni” penseranno in molti, ma così non è nella realtà: nel caso in cui le riforme abbattessero la franchigia fino ai 200 mila euro per erede, il problema si porrebbe anche nel caso di patrimoni più ristretti, considerando che mediamente il valore di una casa di proprietà può facilmente aggirarsi intorno a questa cifra.

Ma qual è la situazione nel resto d’Europa?

Ci sono un francese e un italiano…

No, non è l’inizio di una barzelletta ma un paragone tra la situazione francese e italiana sulle aliquote, anche a fronte della riforma della successione in fase di studio. Ad oggi in Francia, in base agli ultimi aggiornamenti del 2012, l’aliquota è di 100 mila euro ad erede (salvo il coniuge superstite che gode dell’esonero totale dall’imposta di successione).

Al momento, quindi, le condizioni italiane risultano essere migliori, ma lo scenario è in continuo cambiamento e per questo non è mai troppo presto per pensare a tutelarsi con strumenti che salvaguardino il proprio patrimonio, alleggerendo le imposte da pagare al momento della successione. Oggi gli strumenti assicurativi permettono infatti di far uscire il proprio patrimonio dall’asse ereditario. Ciò significa che la parte non investita in immobili, se destinata in questi strumenti, è da considerarsi esente da questa imposta.

Le opzioni per tutelarsi esistono, l’importante è scegliere e farsi suggerire gli strumenti più giusti in base alle proprie necessità.

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