Si riapre il dibattito sulle imposte di successione: con il passare del tempo cresce il rischio che il governo diminuisca la franchigia e aumenti l’imposizione fiscale, fissata ad oggi a un milione di euro per erede e al 4% per i parenti in linea retta (coniuge, genitori e figli). A testimoniare la concretezza di questo rischio è l’aumento del gettito tributario nei mesi gennaio – aprile del 2018, che ha avuto un incremento del 35%, passando da 200 milioni di euro dell’anno precedente a 271 milioni di euro (fonte Plus24Ore del 7 luglio 2018), chiaro segnale che le famiglie italiane stanno cercando di anticipare il versamento dell’imposta per beneficiare delle regole attuali.
Cos’è l’imposta di successione?
L’imposta di successione è una imposta che colpisce il trasferimento della proprietà e di altri diritti su beni mobili e immobili, a seguito della morte del titolare. Ad oggi l’Italia è considerata un paradiso fiscale in quanto, rispetto agli altri Paesi europei e alle principali economie sviluppate, presenta delle franchigie molto alte e delle aliquote molto basse. Nel Regno Unito, ad esempio, l’imposta è pari al 40% verso i discendenti diretti con una franchigia di 325.000 sterline, mentre in Francia ci sono delle aliquote progressive che vanno dal 5% al 45% con una franchigia di 100.000 euro.
Qualche accenno storico italiano
Nel 2001, il governo Berlusconi abolì l’imposta di successione in quanto si sosteneva che questa colpisse maggiormente le famiglie più povere. Nel 2006 l’imposta fu nuovamente introdotta rimanendo invariata fino ad oggi.
La possibile proposta
Per armonizzare le caratteristiche dell’imposta di successione a quelle dei principali Paesi europei, la proposta potrebbe consistere nella riduzione della franchigia a 500.000 euro per erede in un aumento dell’imposta dal 4% al 7% per gli eredi in linea retta, dal 6% al 10% senza franchigia per i parenti fino al quarto grado e dal 8% al 15%, sempre in assenza di franchigia, per tutti gli altri soggetti. In quest’ultima fascia non vanno considerati solo i parenti oltre al quarto grado, ma anche il compagno o la compagna in una coppia di fatto.
Per pianificare la propria successione senza dover anticipare il versamento dell’imposta, è possibile impostare le proprie volontà e far uscire dall’asse ereditario il proprio patrimonio attraverso un semplice testamento olografo o attraverso dei contratti assicurativi. Con l’aiuto e le competenze del proprio consulente di fiducia, meglio se indipendente, è possibile approfittare di tutti i buoni consigli e le precauzioni necessarie per agevolare i propri eredi.