Investire nel mattone conviene? Una convinzione diffusa in materia di risparmio personale consiglia di tenere un terzo del proprio patrimonio in operazioni a zero rischio, un terzo in banca e un terzo in contanti. Questa credenza popolare nasconde in realtà, sebbene in modo grezzo e rudimentale, concetti di finanza basilari riassumibili nella teoria risparmio a piramide. Secondo questo approccio, per semplificare, la “base della piramide” deve essere costituita da investimenti sicuri mentre solo salendo verso il vertice si possono azzardare investimenti più rischiosi.
Ma è proprio la definizione di “investimento a basso rischio” quella su cui c’è spesso disinformazione. Un immobile e un conto deposito possono essere messi sullo stesso piano da questo punto di vista? Anche i non esperti del settore finanziario avranno sentito ripetere che quello immobiliare è un investimento sicuro. Ma questa percezione della realtà potrebbe essere distorta. Comprare una casa ad uso investimento (ovvero per affittarla) non è esente da rischi come si vorrebbe far credere e questo a prescindere dal fatto che ci si trovi o meno in un momento favorevole del mercato immobiliare.
Per quanto riguarda la sicurezza, è azzardato paragonare gli investimenti immobiliari ai conti deposito, ai fondi monetari o ai titoli di Stato dell’Eurozona. Ecco perché.
Investimenti immobiliari e rischi: così il mattone si sgretola
Il mattone vi sembra solido? Così rischia di sgretolarsi.
Un’analisi razionale e trasparente deve considerare che:
- i prezzi delle case subiscono oscillazioni;
- l’investimento immobiliare è fortemente illiquido;
- una casa, in quanto bene fisico, è soggetta a usura e quindi implica spese di manutenzione ordinaria e straordinaria;
- il reddito da locazione è incerto e non si possono escludere periodi di zero entrate (ad esempio in caso di morosità del locatario);
- le seconde case non sono esenti da tassazione sugli immobili.
Questi sono i principali motivi per la quale il bene immobiliare, inteso come investimento, non è esente da rischi.
Ogni investimento al suo interno ha una componente, seppur piccola, di rischio e la condizione ideale da ottenere è quella di non concentrare in un’unica attività la propria ricchezza ma avere il proprio patrimonio diviso e diversificato in più attività perlopiù liquide e liquidabili in tempi brevi (ad esempio titoli finanziari quotati, fondi di investimento, conti di deposito, etc.).
Non c’è cosa più fastidiosa che avere parte o la totalità del proprio patrimonio investito in beni illiquidi e che al momento della vendita vengono svenduti o persi (da esempio fanno le proprietà immobiliari o i titoli azionari di banche non quotate). In poche parole pensare di avere un patrimonio che in realtà non esiste. La cosa migliore da fare è sempre diversificare il proprio patrimonio, tra immobili di per sé illiquidi e prodotti finanziari facilmente liquidabili.