Strumenti finanziari in valuta estera, occhio al rischio cambio

In un contesto di rendimenti risicati come quello odierno, l’offerta bancaria si rivolge alla clientela con strumenti che offrono risultati più allettanti ma in valute diverse dall’euro. Vediamo allora insieme le implicazioni di questo genere di strumenti.

Tasso cambio e rischio cambio: come funzionano

Chi investe in strumenti finanziari denominati in una valuta diversa dalla moneta europea deve prestare molta attenzione al rischio cambio. Questo rischio è rappresentato dal tasso di cambio, cioè il prezzo a cui una valuta può essere scambiata con un’altra valuta. Per capire bene l’effetto del tasso di cambio facciamo un piccolo esempio pratico: con un cambio tra euro e dollaro statunitense uguale a uno, il valore delle due monete è identico, scambio quindi un euro per un dollaro; con cambio euro/dollaro pari a 1,20, invece, l’euro risulta la “moneta più forte” in quanto mi consente di acquistare più di un dollaro, nello specifico 1,20$. Viceversa, se il cambio euro/dollaro è a 0,80 con un euro riesco ad acquistare solo 80 centesimi di dollaro e quindi avrò un dollaro più forte.

Tornando dunque agli strumenti finanziari venduti dalle banche in questo periodo di magri rendimenti, vanno molto di moda le obbligazioni legate ad altre valute come dollaro USA, Sterlina, Rublo russo, Rand sudafricano, Real brasiliano, Lira turca etc. Perché questi strumenti offrono cedole più generose? Perché resi più rischiosi proprio dal cambio: dove c’è più rischio troviamo maggiore (eventuale) rendimento.

Valute ed erosione del rendimento

Il rendimento di uno strumento finanziario può essere amplificato o eroso dal rischio cambio di una certa valuta. Torniamo all’esempio di prima: ipotizziamo di aver acquistato un’obbligazione in dollari statunitensi con cambio euro/dollaro pari a 1 che mi rende il 4% all’anno per 5 anni per un totale del 20%. Questo 20% è il mio rendimento reale? No, il rendimento finale dipenderà dall’effetto valutario a scadenza dell’acquisto. Vediamo tre possibili scenari:

  • il cambio a scadenza è pari a 1, quindi il cambio rimane invariato. In questo caso il mio rendimento è pari al 20% derivante esclusivamente dal flusso cedolare (l’interesse che viene accreditato nel conto corrente) dell’obbligazione in quanto il cambio non ha subito oscillazioni;
  • il cambio euro/dollaro a scadenza è pari a 0,80 quindi il dollaro si è rafforzato e, avendo un’obbligazione in dollari il mio guadagno sarà il 20% delle cedole più il 20% della rivalutazione del dollaro;
  • il cambio euro/dollaro a scadenza è pari a 1,20 quindi l’euro si è rafforzato e il mio rendimento è pari a 0%, in quanto il flusso cedolare del 20% viene eroso dalla svalutazione del dollaro del 20%. In questo caso, ho investito dei soldi senza avere nessun tipo di rivalutazione.

Rischio di cambio, diversificazione e tutele

In conclusione, quello del cambio è un ulteriore rischio che posso aggiungere al mio portafoglio, una scommessa che faccio sulla direzione dell’andamento di due valute diverse. Un rischio che può essere assunto in maniera intelligente: all’interno di un portafoglio ben diversificato, infatti, una componente in valuta diversa da quella dell’euro è ben vista in termini di costruzione ed efficienza di portafoglio. Qualora si volesse escludere completamente questa variabile, invece, esistono prodotti che grazie a operazioni di copertura coprono integralmente il rischio cambio pur investendo in mercati diversi dalla zona euro.

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